Il Nuovo Diritto delle SocietàISSN 2039-6880
G. Giappichelli Editore

indietro

stampa articolo leggi articolo leggi fascicolo


Del controllo giudiziario delle aziende. Un'occasione di bonifica dal tentativo occasionale di condizionamento mafioso (di Diego Brancia (Avvocato del Foro di Vibo Valentia))


Il “Controllo giudiziario” previsto dal nuovo articolo 34-bis del Codice antimafia, che pur lasciando l’amministrazione ai titolari dell’impresa, consente al Tribunale di imporre prescrizioni stringenti ed anche di nominare un Commissario giudiziale al quale affidare specifici compiti di controllo sulla gestione dell’attività, mira ad evitare una ingiustificata distruzione di ricchezze e in particolare – ma non solo – la perdita di posti di lavoro, consentendo a talune attività imprenditoriali di rientrare nel mercato in condizioni di legalità.

Judicial control of companies. An opportunity for reclamation from the occasional mafia conditioning attempt

The “Judicial Control” envisaged by the new article 34-bis of the Anti-Mafia Code, which although leaving the administration to the owners of the company, allows the Court to impose stringent requirements and also to appoint a judicial Commissary to which to entrust specific control tasks on the man-agement of the activity, aims to avoid an unjustified destruction of wealth and in particular – but not only – the loss of jobs, allowing some business activities to return to the market in conditions of legality.

 
1. L’evoluzione del Codice Antimafia e l’iter legislativo dell’Istituto Sembra proprio vero che al Codice Antimafia sia «toccata in sorte una vita travagliata sin dalla legge delega, approntata all’interno del Piano straordinario antimafia (l. n. 136/2010), che ne prevedeva l’approvazione» [1]. In effetti, dal 2012, in poi abbiamo assistito ad un perpetuarsi di interventi legislativi che hanno modificato ed integrato svariate disposizioni del d.lgs. n. 159/2011 con l’evidente scopo di ampliare il perimetro dei soggetti destinatari delle misure di prevenzione personali e patrimoniali e di rendere più efficaci i protocolli di amministrazione e destinazione dei beni sequestrati e confiscati. Prima il d.lgs. n. 218/2012, ora la riscrittura della l. n. 161/2017. Nel mezzo un coacervo di aggiustamenti (l. 24/12/2012, n. 228; d.l. 14/08/2013, n. 93, convertito con modifiche con l. 15/10/2013, n. 119; d.l. 31/08/2013, n. 101, convertito con modifiche con l. 30/10/2013, n. 125; d.l. 12/09/2013, n. 104, convertito con modifiche con l. 08/11/2013, n. 128; l. 27/12/2013, n. 147; d.lgs. 13/10/2014, n. 153; d.l. 22/08/2014, n. 119, convertito con modifiche con l. 17/10/2014, n. 146; d.l. 18/02/2015, n. 7, convertito con modifiche con l. 17/04/2015, n. 43; d.lgs. 07/08/2015, n. 137; D.P.R. 07/10/2015, n. 177; l. 28/12/2015, n. 208) e per ultimo la l. n. 161/2017. La gestazione della l. n. 161/2017 si è protratta per svariati anni, sin dall’i­stituzione della Commissione Ministeriale incaricata di elaborare una proposta di interventi in materia di Criminalità organizzata (D.M. 10 giugno 2013) [2]. È poi seguita la proposta di legge d’iniziativa Governativa [3], avente ad oggetto “Modifiche al codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, alle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale, di cui al decreto legislativo 28 luglio 1989, n. 271, e all’ordinamento giudiziario, di cui al regio decreto 30 gennaio 1941, n. 12”. Le prime proposte di modifica al d.lgs. n. 159/2011 avanzate in sede istituzionale sono contenute negli stessi pareri resi dalle Commissioni giustizia della Camera (all’esito di un’approfondita indagine conoscitiva [4]) e del Senato allo schema di decreto legislativo contenenti numerose osservazioni e condizioni. Il Governo, che non accoglieva gran parte dei suggerimenti delle Commissioni parlamentari, anche a seguito delle critiche proposte dagli operatori, istituiva due commissioni che elaboravano interessanti proposte di modifica: a) la relazione della Commissione ministeriale presieduta dal prof. Giovanni Fiandaca, istituita nel giugno del 2013 dal Ministro della Giustizia per elaborare proposte di riforma in materia di Criminalità organizzata; b) il rapporto della [continua..]

» Per l'intero contenuto effettuare il login

inizio