Il Nuovo Diritto delle SocietàISSN 2039-6880
G. Giappichelli Editore

indietro

stampa articolo indice fascicolo leggi articolo leggi fascicolo


Il nuovo diritto sportivo. Prefazione (di Vito Cozzoli, Presidente e amministratore delegato Sport e Salute s.p.a.)


Lo sport è il miglior investimento per il futuro ed è prossimo a fare il suo ingresso nella nostra Carta Costituzionale. È il suggello di un percorso che sta portando lo Sport ad essere pienamente un “diritto”. Un “diritto” che in Italia è garantito da un sistema formato da 115 mila associazioni e società sportive, quasi 12 milioni di tesserati, di cui 730 mila dirigenti, 490 mila tecnici e 101 mila arbitri e giudici di gara e da oltre 20 milioni di praticanti.

segue

Lo sport è la più grande rete di protezione sociale del nostro Paese. Una rete che negli ultimi anni ha sofferto, prima per la pandemia, ora per l’aumento del costo della vita e dell’energia. E nonostante questo, ha continuato ad occuparsi di giovani e adolescenti, progetti scuola, anziani, disagio sociale, educazione e formazione, con una particolare attenzione alle persone con fragilità fisiche e mentali. Perché lo sport, nel quotidiano, può fare la differenza per migliorare la qualità della vita delle persone e delle comunità. I dati non ci confortano. È pari al 46,2% la popolazione di 18 anni e più in eccesso di peso (34,2% in sovrappeso, 12,0% obeso). Sono quasi 20 milioni, ovvero il 33,7% della popolazione di 3 anni e più, le persone che dichiarano di non praticare né sport né attività fisica nel tempo libero. Nel 2020 il 21 % della popolazione aveva 65 anni e più, rispetto al 16 % del 2001, con un aumento di 5 punti percentuali. Numero destinato a raggiungere il 35% nel 2050. Lo Sport ha una grande responsabilità. Quella di essere il migliore strumento possibile per garantirci un futuro diverso, con bambini e ragazzi appassionati, adulti attivi e anziani in salute e soprattutto non escludere nessuno, in particolare chi ha poche opportunità o non può permettersi di avvicinarsi allo sport. La rete sportiva italiana è capillare, diffusa in ognuno dei 7.904 Comuni del nostro Paese. Eppure, il diritto di accesso allo sport non è uguale per tutti. In una recentissima analisi si evidenziano alcuni aspetti che ci devono fare riflettere: – il 47,9% della popolazione sedentaria è anche quella con meno possibilità economiche (cala al 30,7% nelle classi più abbienti); – il 50,7% di chi ha solo la licenza elementare o nessun titolo di studio è sedentario (contro il 16,3% di chi è laureato); – il 39,4% delle donne sono sedentarie (contro il 30,8% degli uomini); – il 48,1% della popolazione over 60 è sedentaria. E sono proprio gli stili di vita il fattore determinante per la salute individuale. Il 50% della salute è determinato dallo stile di vita: solo il 20% dalla genetica e da fattori socio-economici e il 10% dalla sanità. La ricerca, oltre ad evidenziare i nefasti effetti sulla salute prodotti dall’inattività e da scorretti stili di vita, sottolinea alcuni fattori che determinano o meno l’efficacia “preventiva” dell’offerta sportiva. Tra questi, la densità e la qualità di: “impianti e luoghi di sport”, “offerta sportiva riconosciuta”, “aree sportive outdoor diffuse”, “attività sportiva nelle scuole”. C’è un gran lavoro da fare perché lo sport, oltre ad essere un sistema di attività [continua..]

» Per l'intero contenuto effettuare il login

inizio


Fascicolo 11 - 2022