Il Nuovo Diritto delle SocietàISSN 2039-6880
G. Giappichelli Editore

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Dalle s.r.l. emittenti sui portali online di equity crowdfunding alle s.r.l. aperte (di Giuseppe Antonio Policaro)


Il presente contributo illustra i profili inerenti la disciplina delle s.r.l. P.M.I. con particolare riferimento all’ipotesi della società aperta che offre al pubblico le proprie partecipazioni tramite il crowdfunding. Riserva inoltre peculiare attenzione alle deroghe al diritto societario ed alle conseguenti ricadute sul piano normativo.

From the s.r.l. issuers on the online equity crowdfunding portals to the open s.r.l.

The current paper illustrates the profiles of discipline of the S.M.E.s Ltd Companies with peculiar emphasis on the hypothesis of the open company which offers its own participations to the public by means of crowdfunding. Furthermore, it provides particular attention to derogations to corporate law and the consequent regulatory fallouts.

1. Premessa La s.r.l. risulta oggi il tipo societario più utilizzato dalle P.M.I.: le motivazioni sono da rinvenirsi nella disciplina che la caratterizza – maggiormente efficiente rispetto a quanto previsto dai modelli con azioni – e, da qualche tempo, anche nella possibilità di accedere a finanziamenti provenienti da diversi canali, tra cui le piattaforme informatiche di crowdfunding [1]. In Italia, la normativa che disciplina il fenomeno del crowdfunding ha subìto nel tempo diverse modifiche e, soprattutto, ha aperto la possibilità alle PMI di aderire a tali opportunità e, in ogni caso, di accedere al mercato dei capitali di rischio. Nel prosieguo si cercherà quindi, dopo aver dato brevemente conto del fenomeno, di valutare come tale incentivazione alle PMI – in particolare quando costituite sotto forma s.r.l. – risulti per certi versi dirompente nel nostro sistema giuridico, ponendo peraltro non pochi problemi interpretativi in ordine a talune precipue caratteristiche del modello tipologico della stessa s.r.l.   2. Il crowdfunding in Italia ed il suo sviluppo La complessità (ed il successo) del fenomeno crowdfunding è corroborato dalle tipologie in cui può essere spiegato e classificato [2]: traendo ispirazione dal contesto finanziario americano (focalizzato, come è noto, in primis sul fattore remunerativo) è possibile individuare quattro principali varianti: il donation-based crowdfunding, il reward-based crowdfunding, il lending-based crowdfunding, e, infine, l’equity-based crowdfunding, ai nostri fini maggiormente interessante [3]. La prima forma di raccolta» individuata è precipuamente impiegata a scopi filantropici; a fronte delle risorse versate tramite la piattaforma non è prevista alcuna forma di remunerazione, potendosi quindi ricondurre – sul piano giuridico – ad un contratto di donazione. Il riconoscimento ricercato dall’investito­re è quindi prettamente morale e simbolico [4]. Non di rado, tramite tali piattaforme, sono proposte più opzioni per effettuare beneficienza, mettendo a confronto – o comunque offrendo più possibilità di scelta – diverse cause sociali da sostenere [5]. Lo schema del reward-based crowdfunding è invece caratterizzato dalla raccolta di fondi a fronte di uno scambio piuttosto che con l’obiettivo di perseguire una ricompensa (reward) correlata all’ammontare della medesima offerta. Nel primo caso non sembrano potersi rinvenire particolari aspetti innovativi in tale strumento, trattandosi sostanzialmente di una forma di prevendita classificabile tra i contratti aventi ad oggetto beni futuri e dove non è prevista alcuna forma di finanziamento all’impresa che usufruisce del portale [6]. [continua..]

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