Il volume ricostruisce la disciplina del sequestro in prevenzione di aziende e di partecipazioni societarie di maggioranza e totalitarie alla luce del Codice antimafia: al di là della rilevanza e della delicatezza del tema trattato, la monografia presenta interessanti profili di metodo.
Il titolo dell’opera è molto significativo e rivelatore non solo del suo contenuto, ma anche del tipo di approccio adottato dall’Autore. Si apre con la parola “impresa” che in effetti è al centro dell’attenzione; la contrapposizione Stato e mercato è altresì suggestiva mettendo in luce, da un lato, l’intervento dello Stato attraverso gli strumenti del sequestro e dell’amministrazione giudiziaria e, dall’altro, la finalità perseguita dal legislatore della continuazione dell’impresa. Il sottotitolo “Disciplina settoriale e diritto comune” indica il nodo interpretativo fondamentale oggetto dell’indagine e cioè il rapporto e il coordinamento tra le regole contenute nel Codice antimafia e quelle ordinarie.
L’art. 41, comma 6 del Codice antimafia, si apre con la formula: “nel caso di sequestro di partecipazioni societarie, l’amministratore giudiziario esercita il potere che spetta al socio nei limiti della quota sequestrata”. La norma prosegue con una serie di regole che individuano una posizione del tutto peculiare dell’amministratore giudiziario ben differente da quella del comune azionista o quotista.
Come conciliare il richiamo alla disciplina comune con quella settoriale?
Al proposito il percorso che l’Autore intraprende è quello di individuare un criterio che possa offrire una chiave di soluzione al problema e poi lo applica coerentemente con un’ampia serie di ricadute nella soluzione dei numerosi problemi interpretativi che la disciplina del sequestro in prevenzione pone all’interprete.
Il criterio adottato fa riferimento giustamente alle finalità perseguite dal legislatore con l’istituto in esame.
Il sequestro “ordinario” è diretto a rendere indisponibili i beni sequestrati ed a consentirne una gestione di tipo conservativo. Del tutto differenti le finalità del sequestro in prevenzione, diretto, come ampiamente illustra l’Autore, a consentire, da un lato, la continuità nell’esercizio dell’impresa e, dall’altro, a ripristinarne la legalità.
Continuità e ripristino della legalità rappresentano invero le finalità del sequestro.
Sotto questo profilo, sia pure in uno scenario totalmente differente, potrebbe forse proporsi un qualche parallelo tra gli obiettivi del sequestro in prevenzione e quelli del concordato preventivo in continuità, entrambi diretti a consentire la continuità dell’impresa, il primo volto a ripristinarne la legalità, il secondo [continua..]