Il Nuovo Diritto delle SocietàISSN 2039-6880
G. Giappichelli Editore

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L'assegnazione anticipata ed il riuso di beni sequestrati/confiscati - Allegato 1


Esempi più remoti 1. Gli studios di via Tiburtina (già Stabilimenti De Paolis) La società confiscata era proprietaria degli stabilimenti che occupano vari ettari in una zona ad alta intensità urbanistica (Via Tiburtina); al momento del sequestro gli stabilimenti erano in stato di abbandono ed alcuni stabili non erano utilizzabili in quanto semi distrutti da un incendio; gli stabilimenti sono stati affittati a canone elevato ad un imprenditore del settore che li ha ristrutturati ed ha avviato un’attività molto importante nel settore cinematografico/te­levisivo. Ora la proprietà dell’immobile è del Comune di Roma che riceve un rilevante canone mensile e sta progettando il miglior utilizzo della parte non utilizzabile (uno studio distrutto da molto tempo che potrebbe consentire l’allar­gamento di strada adiacente di grande viabilità e l’utilizzo dei locali ristrutturati per artigianato di qualità). L’attività aziendale prosegue con circa 90 posti di lavoro creati, oltre al­l’indotto. 2. La casa del jazz Il Tribunale ha anche segnalato al Sindaco p.t. di Roma la grande importanza della famosa villa di Via di Porta Ardeatina, oggetto di confisca, ed il complesso immobiliare anziché essere posto in vendita è stato trasformato nella prestigiosa Casa del Jazz. 3. La casa di Leda Due ville a Roma, in Via Kenya, sono state destinate per ospitare donne detenute con bambini piccoli. 4. La casa della legalità a Fontana di Trevi Un prestigioso immobile di grandi dimensioni che si affaccia sulla Fontana di Trevi, oggetto di confisca definitiva, è stato destinato a divenire una scuola di legalità intestata a Mario Amato. 5. Alloggi per gli alluvionati Alcune ville sequestrate nel Comune di Olbia, la cui edificazione non era del tutto completata, sono state segnalate al Comune che le ha visionate e le ha richieste in uso, come da delibera della giunta comunale; l’accordo con il Tribunale prevedeva l’assegnazione delle ville al Comune in comodato d’uso, con l’impegno del Comune di terminare i lavori a proprie spese ed assegnare le abitazioni a soggetti in grave difficoltà abitativa a seguito della nota alluvione del novembre 2013. Il Comune non ha effettuato alcuno dei lavori ed il comodato è stato revocato dal Tribunale che ha poi concesso gli stessi immobili, oltre ad una abitazione sequestrata in altra procedura, in comodato d’uso alla Diocesi che ha effettuato i lavori ed assegnato gli immobili a soggetti bisognosi in tempi rapidi. Si è quindi accertato che anche la Diocesi aveva gestito non correttamente gli immobili con opere edili abusive ed altre gravi irregolarità. È stato chiesto ed ottenuto che gli immobili fossero rimessi in condizioni di legalità rimuovendo gli abusi ed il comodato alla Diocesi è stato [continua..]

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