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Patrimoni destinati ad uno specifico affare

Fabio Signorelli, Professore aggregato di Diritto commerciale e di Diritto della Crisi di Impresa e dell’Insolvenza presso l’Università degli Studi di Milano – Bicocca

L’articolo offre alcuni spunti di riflessione sull’istituto dei patrimoni destinati ad uno specifico affare a vent’anni dalla sua introduzione nel nostro ordinamento giuridico, che, nonostante le ottimistiche aspettative e finalità del legislatore, volte all’im­plementazione della competitività delle imprese italiane sul piano economico-finan­ziario, attraverso un’ulteriore limitazione della responsabilità, non ha incontrato il favore dell’imprenditoria italiana. L’Autore valorizza la scelta di fondo del legislatore e gli sviluppi che l’istituto ha avuto nel corso degli anni, mettendo, tuttavia, in risalto, alcune criticità che potrebbero averne determinato l’insuccesso.

Parole chiave: segregazione patrimoniale – azioni correlate – trust – affare – patrimonio netto – apporti di terzi – strumenti finanziari – revisore legale – rendicontazione – opposizione dei creditori – azioni revocatorie – fatto illecito – rendiconto finale.

Assets intended for a specific business

The article offers some idea for thought on the institution of assets intended for a specific business twenty years after its introduction into our legal system, which, despite the optimistic expectations and purposes of the legislator, aimed at implementing the competitiveness of Italian companies on an economic-financial level, through a further limitation of liability, it did not meet the favor of Italian entrepreneurs. The Author values ​​the basic choice of the legislator and the developments that the institute has had over the years, highlighting, however, some critical issues that may have led to its failure.

Keywords: asset segregation – related shares – trust – business – net assets – contributions from third parties – financial instruments – auditor – reporting – opposition of creditors – revocatory actions – tort liability – final report.

1. Premessa

Sono ormai trascorsi vent’anni dal “debutto in «società»” [1] dei patrimoni destinati ad uno specifico affare [2], introdotti nel nostro ordinamento giuridico con la riforma organica del diritto societario del 2003, senza che, rispetto alle aspettative del legislatore, si possa ragionevolmente affermare il successo di tale istituto [3]. Non sembra, infatti, che dopo un primo decennio, non proprio entusiasmante [4], si siano concretizzate esperienze che possano preconizzare un salto di qualità nella valorizzazione e sfruttamento di questa (nuova) forma di segregazione patrimoniale [5]. Gli ingredienti, tuttavia, c’erano (e ci sono) tutti: ulteriore limitazione di responsabilità in primis, ottimizzazione delle risorse, contenimento dei costi (quantomeno) amministrativi, riduzione delle formalità, eventuali apporti di terzi, possibilità di emettere strumenti finanziari di partecipazione all’affare, economie di scala, flessibilità intrinseca del sistema. L’introduzione di alcune norme imperative, come, ad esempio, [continua..]

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