Mi sono interrogato molto sul concetto di rivoluzione, una parola che spesso incontriamo nei libri di storia per capire cosa sia accaduto nel passato.
Una parola legata a scelte, spesso importanti, che hanno portato a conseguenze decisive per l’umanità, per il progresso.
Cito Aristotele: “In ogni caso la causa della rivoluzione è la disuguaglianza”. Riflettendo ci leggo tutta la nostra motivazione nell’affrontare la sfida di questo tempo: la rivoluzione digitale che stiamo vivendo deve avere come unico fine quello di creare una società senza differenze, dove tutti hanno le stesse possibilità.
Lo abbiamo letto in queste pagine: sport come diritto, diritto che regola lo sport, nuovi mestieri, nuovi investimenti, nuovi luoghi e nuovi spazi (pensiamo ad esempio alla forza dello sport all’interno di un carcere).
Declinare questo concetto con la materia sportiva significa avere tra le mani una medaglia con due facce: da una parte il progresso, l’innovazione, la crescita del sistema sportivo come sistema economico con un ruolo ben definito nel panorama imprenditoriale; dall’altra il ruolo sociale che lo sport ha acquisito, una posizione rilevante nel nostro sistema di welfare.
Per questo occorre mettersi in moto partendo, come in ogni rivoluzione che si rispetti, dalle persone e dai loro bisogni.
Sport e Salute lo ha fatto attivando partnership e alleanze per lo sport e per le città, finalizzate a ricercare soluzioni mirate al benessere dei cittadini e alle politiche sociali attraverso lo sport, in particolare per giovani, persone fragili e over 65, volte alla creazione di network fra le città per lo sviluppo dello sport in ambito urbano. Sport e Salute, nei suoi 3 anni di vita, ha finalizzato oltre 2,6 miliardi/€ per salvaguardare il sistema e la pratica sportiva dei cittadini, per promuovere un nuovo modello educativo-motorio nella Scuola primaria coinvolgendo quasi 2 milioni di studenti, per sostenere l’azione della Pubblica amministrazione centrale e locale, per sviluppare e sostenere le nuove forme di attività fisica e sportiva, con l’obiettivo di fare crescere la qualità della vita dei cittadini e delle comunità.
Lo sport system diventa così a tutti gli effetti anche una nuova economia, fondata su volontariato, passione, animazione, educazione, impegno. I prossimi anni saranno caratterizzati da un investimento straordinario sull’impiantistica sportiva grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il Piano Sport e inclusione sociale, con risorse per 700 milioni di euro, dedicato all’impiantistica sportiva.
L’obiettivo è quello di creare presupposti durevoli per la diffusione e la promozione della cultura e della rigenerazione territoriale coniugate al potenziamento del ruolo dello sport. Attraverso il miglioramento di strutture sportive e parchi [continua..]