Il Nuovo Diritto delle SocietàISSN 2039-6880
G. Giappichelli Editore

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Sulla decorrenza del termine di impugnazione della delibera di aumento di capitale nella s.r.l. (di Andrea Palazzolo, Professore di Diritto Commerciale e Societario presso l’Università della Calabria e la Luiss Guido Carli)


La Corte di Cassazione ha recentemente affermato il seguente principio di diritto: “Ai sensi del combinato disposto degli artt. 2479-ter, comma 4, e 2379-ter, comma 1, c.c., il termine per l’impugnativa dell’aumento di capitale sociale decorre, per le S.r.l., dall’iscrizione della relativa deliberazione nel registro delle imprese e non già dalla trascrizione nel libro delle decisioni dei soci”. Prendendo le mosse da tale decisione l’articolo approfondisce il tema della apparente distinzione del regime delle invalidità nelle S.p.A. rispetto alle SRL partendo dai criteri di interpretazione e ricercando, anche al di là della fattispecie, una coerenza sistematica tesa ad affermare una maggiore certezza del diritto dei traffici commerciali. Il punto di partenza è l’analisi della natura programmatica della delibera di aumento di capitale e il rilievo, in termini di perfezionamento della fattispecie, attribuito alla sottoscrizione del capitale che motivano, in uno alla rilevanza costitutiva della pubblicità commerciale, non solo un ampliamento dell’ambito in cui tale principio è applicabile, ma una possibile interpretazione, basata su argomentazioni di carattere sostanziale e processuale, che lasciano decorrere il termine dell’impugnazione dal perfezionamento della sottoscrizione, data in cui si verifica anche il mutamento dello status quo, attraverso la modifica della compagine societaria.

On the effectiveness of the term for appeal of the resolution for the capital increase in the s.r.l.

The Court of Cassation has recently affirmed the following principle of law: “Pursuant to the combined provisions of articles 2479-ter, paragraph 4, and 2379-ter, paragraph 1, of the Italian Civil Code, the deadline for challenging the share capital increase starts, for limited liability companies, from the registration of the relative resolution in the register of companies and not from the transcription in the shareholders’ decision book”. Starting from this decision, the article explores the theme of the apparent distinction of the invalidity regime in the S.p.A. with respect to SRLs starting from the criteria of interpretation and seeking, even beyond the specific case, a systematic coherence aimed at affirming greater certainty of the law of commercial traffic. The starting point is the analysis of the programmatic nature of the capital increase resolution and the relief, in terms of perfecting the case, attributed to the subscription of the capital which motivate, in one to the constitutive relevance of commercial advertising, not only an expansion of the context in which this principle is applicable, but a possible interpretation, based on arguments of a substantive and procedural nature, which allow the term of the appeal to run from the completion of the signing, the date on which the change in the status quo also occurs, through the change in the corporate structure.

A. Il caso Ad esito di un articolato contenzioso la Suprema Corte ha enunciato il seguente principio di diritto: “Ai sensi del combinato disposto degli artt. 2479-ter, comma 4, e 2379-ter, comma 1, c.c., il termine per l’impugnativa dell’au­mento di capitale sociale decorre, per le S.r.l., dall’iscrizione della relativa deliberazione nel registro delle imprese e non già dalla trascrizione nel libro delle decisioni dei soci”. Alcuni soci avevano impugnato la delibera di aumento di capitale della società, e successivamente anche le ulteriori delibere che ne traevano presupposto, assumendo che fossero viziate da illiceità dell’oggetto, per aver violato l’art. 2361 c.c., modificando di fatto l’oggetto sociale, derivandone anche l’in­validità delle successive decisioni assembleari e consiliari che erano state adottate sulla base dell’esecuzione della delibera impugnata, che aveva modificato la compagine sociale. La domanda veniva rigettata sia per l’infondatezza dei motivi che per tardività, stante che era spirato il termine di legge decorrente dalla data di iscrizione della delibera nel registro delle imprese. In sede di appello la pronuncia veniva confermata. Quanto al profilo della tardività, la Corte condivideva la tesi del Tribunale secondo cui all’incertezza della data di trascrizione della delibera nel libro sociale faceva da contraltare l’esigenza che, specie per decisioni di carattere organizzativo aventi rilevanza esterna, quale quella di aumento di capitale sociale, dovesse farsi riferimento all’adempimento pubblicitario presso il registro delle imprese. Altrimenti ne sarebbe derivata una sostanziale incertezza, tale da rendere impugnabile sine die qualunque delibera, contravvenendo al più generale principio di stabilità delle delibere. In sede di legittimità i ricorrenti riproponevano le medesime difese, notando in particolare come la Corte di appello non avesse sufficientemente valorizzato la differenza irriducibile tra i due tipi societari ed applicato erroneamente la disciplina delle S.p.a., senza considerare che quest’ultima era soggetta alla c.d. “clausola di compatibilità”. Per altro verso la Corte avrebbe errato nel disattendere il criterio letterale di interpretazione della legge in favore di quello sistematico, che costituisce un canone esegetico meramente residuale. La Suprema Corte, invece, confermava la decisione, enunciando il riferito principio di diritto e spiegando come la decorrenza del termine dalla data di iscrizione nel registro delle imprese, senza ledere alcun principio fondamentale, consentisse una migliore certezza e garantisse sia la tutela dei soci e dei terzi che il principio di stabilità delle deliberazioni societarie [1]. B. Le questioni 1. L’apparente dicotomia del sistema di tutela reale [continua..]

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