Il Nuovo Diritto delle SocietàISSN 2039-6880
G. Giappichelli Editore

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Allerta crisi e sovraindebitamento tra modelli europei e scelte italiane (di Antonio Caiafa)


L’articolo offre una illustrazione della disciplina sulla gestione dei rapporti di lavoro nei procedimenti di composizione della crisi da sovraindebitamento.

Crisis warning and over-indebtedness between European models and Italian choices managing working relationships in over-indebtedness crisis settlement processes

The paper analyses the regulations to manage the working relationships in over-indebtedness crisis settlement processes.

1. Premesse La legislazione ormai da tempo tende a contrapporre o giusto apporre misure volte a conservare l’impresa, come mezzo o sede di esercizio del diritto del lavoro e di connesse forme di espressione della personalità del lavoratore, o comunque l’occupazione, attraverso adeguati mezzi di sostegno del reddito nel momento in cui la crisi dell’impresa, tradizionalmente avvertita come crisi di solvibilità e sopravvivenza, in relazione alla funzione lucrativa, tuttavia viene inevitabilmente vissuta, nel contesto sociale e politico, come crisi di occupazione [1]. Siamo ormai da tempo abituati a testi normativi carenti di una propria struttura costituendo essi il risultato di valutazioni contrapposte che hanno determinato, durante l’iter formativo, da un lato, lo stralcio e la eliminazione di alcune disposizioni e, dall’altro, l’inserimento di altre, di contenuto significativamente diverso, con la conseguenza che la legge, nel momento in cui viene ad esistenza, appare essere, ormai troppo spesso, articolata in modo non propriamente armonico al suo interno al punto che i destinatari di determinate previsioni normative scoprono solo, casualmente, di essere interessati da un testo legislativo o, al contrario, ignorati da esso, pur se la sua intitolazione sembrava dover riguardare l’intero settore e dare risposte esaustive in ordine alle problematiche ed alle criticità pregresse. Le conseguenze, poi, sono ancora più dirompenti se si pensa che il Codice della crisi e dell’insolvenza avrebbe dovuto costituire il risultato di una analisi obiettiva dei lati positivi e negativi del quadro normativo vigente che il legislatore aveva inteso organizzare allo scopo, sicuramente presente nell’inten­zione, di eliminare la mancanza di collegamento tra normative relative a settori diversi. Conclusi i lavori della Commissione Rordorf il testo presentato ha consentito l’emanazione della l. 19 ottobre 2017, n. 155, di delega al Governo per la riforma delle discipline della crisi di impresa e dell’insolvenza, che all’art. 2, nell’indicare i principi generali in ragione della necessità di una riforma organica, della disciplina delle procedure concorsuali, ha partitamente individuato, alla lett. g) la esigenza di assicurare “…la continuità aziendale, anche tramite un diverso imprenditore”, alla condizione che le soluzioni fossero risultate “…funzionali al miglior soddisfacimento dei creditori”, riservata “la liquidazione giudiziale ai casi nei quali non sia proposta una idonea soluzione alternativa” e, ancora, alla lett. p) la armonizzazione delle procedure di gestione della crisi e dell’insolvenza del datore di lavoro, con le forme di tutela del­l’occupazione e del reddito dei lavoratori, “…che [continua..]

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