Il Nuovo Diritto delle SocietàISSN 2039-6880
G. Giappichelli Editore

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Segnalazioni di diritto tributario (di a cura di Giovanni Consolo e Federica Famà)


Indicazioni applicative e interpretative L’obbligo di presentazione della dichiarazione di successione spetta ai chiamati anche in pendenza del giudizio di accertamento della qualità di erede – Con la risposta ad istanza di interpello del 25 maggio 2022, n. 296, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che, anche laddove la qualità di erede risulti controversa e sia pendente un giudizio di accertamento sulla questione, a prescindere dal tipo di delazione – legittima o testamentaria – l’obbligo di presentazione della dichiarazione di successione ex art. 28, d.lgs. n. 346/1990, grava solidalmente sui chiamati all’eredità. Laddove, all’esito del giudizio, dovessero essere individuati quali eredi dei soggetti diversi da coloro che avevano precedentemente provveduto alla presentazione della dichiarazione e al versamento dell’imposta, questi ultimi potranno chiedere il rimborso dell’imposta illegittimamente pagata. Non è abusiva l’adesione al consolidato a seguito di una complessa operazione di riorganizzazione aziendale – Con la risposta ad istanza di interpello del 26 maggio 2022, n. 301, l’Agenzia delle Entrate ha escluso che la disciplina relativa all’abuso del diritto possa applicarsi nell’ipotesi in cui, a seguito di una complessa operazione di riorganizzazione aziendale, venga esercitata l’opzione per l’accesso al regime del consolidato fiscale ex art. 117 del T.U.I.R. In ispecie, l’Ufficio ha chiarito che l’adesione al consolidato di Alfa da parte della NewCo da essa costituita – preceduta dal conferimento nella NewCo di partecipazioni in una c.d. “Società Target” e dalla cessione del “50% – 1 delle azioni” della prima alla società Beta – consente alla società di realizzare, mediante la compensazione di redditi e perdite infragruppo, un risparmio d’imposta che non può ritenersi indebito, in quanto “trattasi di un vantaggio offerto dal sistema tributario e, quindi, non contrario ad esso”. Pertanto, non sussistendo uno dei requisiti individuati dall’art. 10 bis, l. n. 212/2000, l’operazione non potrà essere qualificata come abusiva. Giurisprudenza L’accordo raggiunto in sede di adesione non vincola il Fisco nei periodi d’impo­sta successivi – Con la sentenza del 24 maggio 2022, n. 16675, la Corte di Cassazione – discostandosi significativamente dalla tesi in precedenza sostenuta, ad esempio, nella sentenza dell’11 maggio 2021, n. 12372 – ha affermato che l’accordo raggiunto in sede di accertamento con adesione, costituendo una forma di esercizio del potere impositivo, non ha efficacia vincolante e non può essere assimilato ad un giudicato. Pertanto, con riguardo ai periodi d’imposta successivi a quello a cui l’accordo specificamente si [continua..]

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