Il contributo costituisce una riflessione sulla normativa dedicata alla c.d. startup innovative, a quasi dieci anni dalla sua emanazione. Tale normativa aveva l’obiettivo immediato di identificare e agevolare una porzione di neo-imprese assai particolare, per natura tecnologica, per modello di business, e per potenziale impatto sull’economia del Paese. L’evidenza sin qui accumulata indica come le startup italiane abbiano sì tratto beneficio da questa normativa, ma non abbiano in realtà ancora dispiegato il loro pieno potenziale. Risulta pertanto opportuno chiedersi se questo esito sia dovuto all’insufficienza delle azioni di policy, soprattutto in merito al finanziamento di tali iniziative imprenditoriali, oppure a una serie di fattori istituzionali e contestuali che limitano le opportunità di crescita delle startup nel nostro Paese.
Parole chiave: start up – ecosistema – business friendliness.
Innovative Startups – a Reflection on new firms in the Italian Innovation Ecosystem The paper presents a reflection on the Italian legislation on innovative startups, some 10 years after its enactment. This legislation had the immediate objective of identifying and supporting a portion of newly incorporated firms that is highly specific from the perspective of technological content, business model and potential impact on the economy. The evidence since collected shows that Italian startups have benefited from the legislation, but have not yet deployed their full potential. It is therefore appropriate to pose the question on whether this outcome is due to the inadequacy of policy actions, above all those attached to the financing of startups, or whether there might be institutional and contextual factors that limit the opportunities for growth of startups in Italy.
Keywords: startups – ecosystem – business friendliness.
Il lavoro presenta una riflessione sull’ecosistema italiano delle startup innovative, a quasi dieci anni dall’inizio di un processo normativo su questo particolare sottoinsieme di imprese di nuova costituzione. Viene presentato un breve excursus sull’evoluzione dell’“ecosistema startup” italiano negli ultimi decenni, andando a osservare come i principali indicatori (in primis, gli investimenti in Venture Capital) mostrino sì un certo sviluppo, ma con valori assoluti ancora significativamente inferiori rispetto a Paesi europei paragonabili all’Italia. Segue pertanto una riflessione sulla possibilità che i limiti di questo sviluppo non siano solamente dovuti ad azioni di policy insufficienti, ma anche a fattori istituzionali e contestuali che limitano le opportunità di crescita delle startup italiane. Secondo questa prospettiva, i ridotti investimenti in Venture Capital non sarebbero da intendersi come cause della scarsa crescita del settore, e come “fallimento di mercato” tale da giustificare un intervento pubblico. Invece, essi sarebbero da intendersi come indicatori delle scarse opportunità di crescita percepite dagli investitori, andando così a segnalare la necessità di interventi pubblici di natura ben più ampia. Nello specifico, si propone un’analisi preliminare legata alla disponibilità di risorse adeguatamente formate, alla domanda per beni e servizi innovativi, alla domanda per le “exit” delle startup finanziate da fondi di Venture Capital, e al modo con cui il contesto regolatorio definisce barriere all’ingresso e all’uscita, rendendo i mercati scarsamente contendibili.
1. Introduzione
Siamo a quasi 10 anni dall’emanazione del d.l. n. 179/2012, che introdusse per la prima volta in Italia una normativa specifica sulle startup innovative, e la presente memoria ha l’obiettivo di stimolare una riflessione sul ruolo di queste imprese nel contesto italiano.
Nell’introdurre una policy apposita per le c.d. startup, gli atteggiamenti degli osservatori e degli “addetti ai lavori” hanno coperto uno spettro assai vasto. Alcune posizioni sono state orientate all’ottimismo, vedendo in questa azione il seme necessario per ridare slancio a un’economia nazionale fondata su un tessuto industriale ormai “vecchio”, e ponendosi l’obiettivo di giungere un “ecosistema startup” paragonabile a quelli che, negli anni, sono nati in altri Paesi europei. Altri si sono invece orientati al pessimismo, considerando poco utile dare una particolare attenzione a una categoria di imprese rispetto alle altre. Altri ancora hanno assunto una posizione che si potrebbe definire “disincantata” e che, pur riconoscendo la straordinaria importanza delle startup nell’alimentare innovazione, crescita occupazionale ed economica [1], hanno [continua..]