Il Nuovo Diritto delle SocietàISSN 2039-6880
G. Giappichelli Editore

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Intelligenza artificiale, scelte gestorie e organizzazione delle società per azioni (di Chiara Picciau, Ricercatrice di Diritto commerciale presso l’Università degli Studi di Brescia)


Il lavoro, dopo aver discusso se la prospettiva di «sostituzione» degli amministratori da parte dell’intelligenza artificiale sia realistica alla luce dell’attuale quadro normativo e dello sviluppo tecnologico, esamina i profili problematici derivanti dal­l’utilizzo dell’intelligenza artificiale a supporto delle decisioni gestorie e organizzative degli amministratori, prendendo a riferimento i casi in cui gli algoritmi sono impiegati non tanto per eseguire precise istruzioni o compiti predefiniti nei contenuti, quanto piuttosto per elaborare dati e fornire raccomandazioni e predizioni a supporto dei processi decisionali. Per un verso, emerge un rischio di appiattimento dell’a­gire amministrativo alle raccomandazioni dell’intelligenza artificiale, cui fa da contraltare l’esigenza di rendere trasparenti e di motivare le decisioni da essa «influenzate» anche sotto il profilo della selezione dei dati e dei programmi di intelligenza artificiale utilizzati a fini gestori, dell’individuazione dei soggetti che provvedono a selezionarli, dei criteri in base ai quali sono effettuate tali scelte, nonché degli eventuali collegamenti di interessi dei soggetti deputati ad assumerle. Per altro verso, vi è la necessità di predisporre sistemi e procedure adeguati alla selezione e all’uso delle tecnologie impiegate. Ciò ha importanti riflessi sulla composizione dell’organo gestorio, richiedendo l’acquisizione delle competenze necessarie a valutare l’impiego dell’intelli­genza artificiale all’interno della società.

Parole chiave: intelligenza artificiale – scelte gestorie – assetti organizzativi – doveri degli amministratori – trasparenza e motivazione delle decisioni degli amministratori – business judgment rule – composizione dell’organo amministrativo.

Artificial intelligence, board decisions and organization in corporate enterprises

The article, after discussing whether it is realistic that artificial intelligence will replace individual directors or even the entire board of directors of corporate enterprises in view of the existing regulatory framework and level of technological development, examines some problematic issues regarding the use of artificial intelligence in business and organizational decisions, considering cases in which algorithms are employed not to execute instructions or tasks with a predefined content, but to analyze data and provide recommendations and predictions in support of the board’s decision-making process. On the one hand, there is the risk that board decisions are excessively deferential to the recommendations provided by artificial intelligence, which gives rise to the need to ensure transparency and to motivate the decisions potentially «influenced» by artificial intelligence with respect to the selection of the input data and the artificial intelligence programs used in the specific case, the choice of the people in charge of this selection, the criteria used to make both these sets of decisions, as well as the possible interfering interests of those who are entrusted with them. On the other hand, it is also necessary to make sure that the company adopts systems and procedures that are adequate to the selection and employment of the technology. This has important repercussions on board composition, which should include the competencies needed to evaluate the use of artificial intelligence within the company.

Keywords: artificial intelligence – board decisions – corporate organization and structure – directors’ duties – transparency and motivation of board decisions – business judgment rule – board composition.

1. Premessa L’impiego dell’intelligenza artificiale per l’adozione di decisioni complesse ha, in ambito imprenditoriale, principale e diretta applicazione con riferimento all’esercizio della funzione gestoria e quindi, nelle società per azioni, in relazione all’operatività dell’organo amministrativo [1] quale «centro decisionale» della società [2]. A fronte di alcuni primi esempi di ingresso dei sistemi di intelligenza artificiale all’interno dei consigli di amministrazione [3], gli interpreti si sono interrogati circa la portata e le conseguenze dell’adozione di tale tecnologia a fini gestori. Se alcuni hanno addirittura ipotizzato l’avvento di società interamente gestite e controllate da algoritmi «intelligenti» senza alcun intervento umano [4] ovvero almeno la sostituzione della totalità o di una parte dei membri del­l’organo gestorio con amministratori «artificiali» [5], altri hanno invece sottolineato la possibilità di fare ricorso all’intelligenza artificiale per l’auto­mazione, organizzazione e semplificazione dei processi interni alla società [6]. A ben vedere, quest’ultima possibilità è già sfruttata da molte realtà societarie [7], mentre la sostituzione in toto dell’organo amministrativo o di suoi componenti con sistemi di intelligenza artificiale (ossia, la previsione rispettivamente di un c.d. roboboard o di cc.dd. robodirectors), così come la creazione di vere e proprie self-driving corporations [8], è, per le ragioni che si diranno in seguito, ancora lontana. Ciò non significa, però, che l’apporto dell’intel­ligenza artificiale in ambito gestorio sia meramente riconducibile all’automa­zione o esecuzione di processi predefiniti o decisioni prese da soggetti «in carne e ossa». A programmi di intelligenza artificiale che servono ad applicare regole date e a gestire processi in conformità a tali regole [9], come ad esempio quelli che possono essere impiegati per la tenuta della contabilità o il corporate reporting [10], si affiancano infatti sistemi di intelligenza artificiale che, sulla base dell’analisi dei dati disponibili, forniscono raccomandazioni, suggerimenti o indicazioni utili a prendere decisioni o che scelgono direttamente tra le alternative astrattamente prospettabili [11]. Il lavoro si concentrerà sui profili problematici derivanti dall’utilizzo di questi ultimi, ossia sull’impiego dell’intelligenza artificiale a supporto delle decisioni gestorie e organizzative degli amministratori in casi in cui gli algoritmi servono non tanto per eseguire istruzioni o compiti predefiniti nei contenuti, quanto piuttosto per elaborare dati e fornire raccomandazioni e [continua..]

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