Il Nuovo Diritto delle SocietàISSN 2039-6880
G. Giappichelli Editore

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Le Comunità Energetiche Rinnovabili tra modelli e strumenti di finanziamento (di Gianluigi Passarelli, Avvocato e Ph.D. presso l’Università di Vienna. Assegnista di ricerca presso l’Università Roma 5 – San Raffaele – Giuliano Proietto, Avvocato, LL.M. presso l’Università di Vienna)


Il decreto Energia (d.l. n. 17/2022) sulla costituzione ed il funzionamento delle c.d. Comunità Energetiche, ha aperto nuove ed innovative prospettive per la partecipazione degli utenti della rete elettrica alla produzione ed al consumo di energia. Da una prima analisi della normativa, ancora in attesa di essere completata, sembrerebbe emergere l’intento del legislatore di voler favorire la partecipazione attiva di enti locali, imprese e cittadini a discapito invece degli operatori di settore e delle utility, il cui ruolo in questo processo di cambiamento appare ancora incerto. In tale contesto ancora sfocatogli autori si interrogano, anche proponendo soluzioni innovative, su quali possano essere gli strumenti civilistici messi a disposizione dall’ordinamento per garantire una partecipazione attiva, con particolare riferimento alla raccolta del capitale iniziale ed all’implementazione del modello disegnato dal legislatore in ottemperanza al cambiamento richiesto dalla transizione energetica.

Renewable Energy Communities between form and financing instruments

The Energy Decree (D.L. 17/2022) on the establishment and functioning of the so-called Energy Communities has also opened up new and innovative perspectives for power consumers’ involvement in the production and consumption of electricity. A first glance over the new regulation reveals the strong intention of the lawmakers to support the active participation of local authorities, businesses and citizens instead of sector operators and utilities, whose role in this process of change still appears uncertain. In this still vague context, the authors dwell, also by proposing innovative solutions, on what tools the Italian legal system makes available to ensure active participation, in particular with focus on the raising of the initial capital and the implementation of the model designed by the legislator in compliance with the change required by the energy transition.

Keywords: Renewable Energy Communities – Prosumer – Benefit corporation – crowdfunding.

1. Introduzione La necessità di offrire una risposta ai mutevoli consumi energetici e di raggiungere gli ambiziosi target europei per la riduzione delle emissioni di CO2 [1] ha richiesto e continua a richiedere un’attività di costante adeguamento delle infrastrutture di approvvigionamento con problematiche e rischi sia per le Pubbliche Amministrazioni, sia per le imprese che le realizzano. Si tratta di rischi finanziari, tecnici, di business e strategici, ma anche di quelli derivanti dall’accettabilità sociale dei progetti da realizzare, che pubblico e privato sono chiamati a gestire in maniera efficiente – ovvero senza un’eccessiva dispersione di risorse – ed efficace, garantendo quindi la realizzazione dell’opera in tempi ragionevoli ed entro i costi preventivati. Nel panorama italiano, in particolare, il rischio correlato all’accettabilità sociale delle infrastrutture, insieme alla sua gestione, sono divenuti di centrale importanza soprattutto nel contesto della realizzazione di impianti da fonte rinnovabile; rischio che, però, la costruzione di relazioni con i cittadini e con gli enti locali, finalizzate ad accrescere una maggiore consapevolezza e conoscenza in merito a vantaggi o svantaggi delle installazioni, soprattutto nella fase di progettazione degli impianti, ha soltanto in parte superato, senza una definitiva eliminazione del problema. Come noto, infatti, il contesto italiano è da tempo afflitto dalla sindrome denominata “nimby” (not in my backyard), ovvero dall’atteggiamento pregiudizialmente ostile di comunità locali verso la realizzazione di opere d’interesse generale che si ritiene abbiano – o si teme possano avere – effetti negativi sui territori su cui insistono. Viene dunque sostanzialmente contestata una sorta di diseguaglianza (o disparità di trattamento) nelle determinazioni che inducono alla selezione di una determinata area per la realizzazione del progetto: se, da un lato, i benefici (veri o presunti) dell’opera, infatti, appaiono essere diffusi su tutto il territorio nazionale – ovvero potenzialmente idonei a riflettersi su un’ampia definizione di collettività – i relativi costi, si sostiene dall’altro lato, appaiono invece concentrati nei territori delle comunità locali in cui le stesse opere sono realizzate [2]. In tale contesto è all’ordine del giorno la nascita di comitati di cittadini che, temendo impatti negativi sul territorio, sull’ambiente e sulle economie locali, hanno osteggiato e tuttora osteggiano la realizzazione di nuove infrastrutture di approvvigionamento anche strategiche[3] oppure i termovalorizzatori e, in particolare, impianti di produzione da fonte rinnovabile. Queste considerazioni confutano la tesi secondo cui con l’accelerazione del processo di transizione energetica, dettata da [continua..]

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