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La s.r.l.: un tipo societario 'senza qualità'?

La s.r.l., fin dalle sue origini e in modo sempre più accentuato via via nel tempo, e tanto più oggi, può essere utilizzata nei contesti più vari fino a stravolgerne i caratteri originali. L’Autore delinea l’ambito di applicazione del tipo e individua vari problemi interpretativi conseguenti.

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1. Premessa

L’inserto della Domenica de Il Sole 24 Ore del 24 giugno 2012 si apriva con un articolo di Giulio Busi intitolato: “Origene, uomo senza qualità”.

In tale scritto si sottolineava come la formula, richiamando il noto titolo dell’opera di Robert Musil, si riferisca al “personaggio che non sa decidersi su se stesso”. Ma, osserva ancora l’Autore, “l’individuo senza qualità precede di molto il naufragio dell’età moderna. Spunta già nell’Orazione sulla dignità dell’uomo di Giovanni Pico”, e può essere ricondotto a Origene “vero ispiratore di tratti decisivi dell’antropologia Pichiana”.

In tale contesto l’espressione “senza qualità” assume una diversa valenza ed è diretta a sottolineare come “l’uomo, tra tutte le creature, non ha un ruolo determinato, una natura prefissata a cui restare ancorato” e quindi è in grado di “essere ciò che vuole”.

Certo con un notevole arbitrio, è possibile in qualche modo applicare tale formula nei due significati indicati ad un tipo societario, ed in particolare alla s.r.l.? E quindi, adattandola a tale contesto, verificare se si tratti di un tipo “senza qualità”, nel senso che il [continua..]

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