Il Nuovo Diritto delle SocietàISSN 2039-6880
G. Giappichelli Editore

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Espropriazione di partecipazioni in una s.r.l.: profili problematici e “stato dell´arte” (di Maria Pia Gasperini)


Il presente scritto analizza alcuni aspetti della procedura espropriativa avente ad oggetto partecipazioni in s.r.l. oggetto di incertezze interpretative all’indomani della riforma societaria del 2003 e, in particolare, della modifica dell’art. 2471 c.c. Tali aspetti sono esaminati alla luce dei più recenti orientamenti giurisprudenziali.

Enforcement on shares in limited liability companies: problematic aspects and “state of the art”

The paper analyses some aspects of enforcement procedure on shares in a limited liability companies, subject of different interpretations after the reform of Company Law in 2003 and, expecially, the introduction of new art. 2471 c.c. Such aspects are examinated taking into account the recent case-law.

Sommario: 1. Premessa. La natura giuridica del bene-quota. – 2. La forma dell’atto di pignoramento: dal pignoramento presso terzi al pignoramento “documentale”. – 3. Il regime di opponibilità ai terzi del vincolo di pignoramento. – 4. Il giudice dell’esecuzione competente per territorio. – 5. La custodia giudiziaria e la legittimazione all’esercizio dei diritti sociali. – 6. La vendita e l’as­segnazione delle partecipazioni. – 7. La vendita delle partecipazioni non liberamente trasferibili. 1. Premessa. La natura giuridica del bene-quota L’art. 2471, 1° co., c.c., nel testo attualmente in vigore, prevede che il pignoramento di partecipazioni in una s.r.l. debba essere eseguito mediante notificazione al debitore e alla società di un atto successivamente destinato all’i­scrizione nel registro delle imprese. L’originaria formulazione risalente alla riforma societaria del 2003 includeva altresì un ulteriore inciso che gravava gli amministratori del dovere di procedere senza indugio all’annotazione del vincolo nel libro dei soci, inciso soppresso dall’art. 16, comma 12-quinquies, del d.l. 29 novembre 2008, n. 185 (convertito in l. 28 gennaio 2009, n. 2) il quale, allo scopo di ridurre i costi amministrativi gravanti sulle imprese, ha abolito l’obbligo di tenuta del libro dei soci per le società a responsabilità limitata. Il testo del previgente art. 2480, 1° co., c.c. (antesignano dell’attuale art. 2471 c.c.) non conteneva invece alcuna indicazione circa il procedimento da seguire per l’esecuzione del pignoramento, limitandosi ad una generica enunciazione di espropriabilità della quota, con ciò prestando il fianco ad un’ampia varietà di ricostruzioni dottrinali, rimaste per lo più senza riscontro giurisprudenziale. A chi aveva prospettato il ricorso alle forme dell’espropriazione di beni indivisi (sul presupposto che essa si prestasse a ricomprendere tutte le ipotesi in cui il debitore è titolare di una quota del bene soggetto ad espropriazione) [1] si era contrapposto chi aveva suggerito l’utilizzo delle forme del pignoramento mobiliare presso il debitore (in forza di un’assimilazione delle quote alle azioni in quanto beni comunque suscettibili di costituire oggetto di un diritto assoluto) [2], ed ancora chi si era spinto ad ipotizzare un modello di pignoramento documentale sui generis, da effettuarsi mediante notificazione al debitore di un atto contenente, oltre l’ingiunzione dell’ufficiale giudiziario, gli estremi necessari per l’individuazione della quota, da annotare successivamente nel libro dei soci [3]. A monte di questa diversificazione di opinioni sul piano processuale si poneva il nodo dogmatico rappresentato dalla qualificazione della natura giuridica della quota, le cui incertezze hanno [continua..]

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