Il Nuovo Diritto delle SocietàISSN 2039-6880
G. Giappichelli Editore

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Gli istituti di composizione della crisi d'impresa in alcune legislazioni straniere (di Bartolomeo Quatraro e Barbara Burchi)


Il saggio illustra gli istituti di composizione della crisi nell'ambito del diritto comunitario e del diritto internazionale nonché nel contesto di vari ordinamenti stranieri (Stati Uniti, Germania, Spagna, Portogallo, Belgio, Francia).

I. Premessa Nell'ambito della società moderna, fortemente orientata alla globalizzazione dei mercati, sono sempre più crescenti le implicazioni transfrontaliere dell'attività delle imprese che, come tali, comportano una maggiore diffusione delle insolvenze su più territori Infatti, per quanto riguarda le società multinazionali, mentre, finché il gruppo era in buona salute, le diverse società potevano giovarsi della direzione comune della capogruppo, al verificarsi della crisi, e cioè nel momento in cui il coordinamento sarebbe più necessario, vengono ad essere assoggettate a regole diverse[1]. E' quindi notevolmente sentita l'esigenza di evitare conflitti potenziali tra giurisdizioni, la sovrapposizione tra procedure, il trasferimento di beni o procedimenti da uno stato all'altro per ottenere un trattamento legale migliore (c.d. forum shopping), nonché la necessità di favorire la circolazione dei provvedimenti in materia di insolvenza e di tutelare la certezza delle transazioni soggette alle leggi di Stati diversi da quello di apertura della procedura[2]. E', per l'appunto, per soddisfare tali esigenze che, da un lato, si sono diffuse varie convenzioni internazionali tra i vari Stati e sono stati adottati regolamenti volti a fornire una disciplina uniforme dell'insolvenza transfrontaliera e, dall'altro lato, si sta gradualmente lavorando per l'armonizzazione della disciplina dell'insolvenza nell'ambito delle legislazioni nazionali. A tale ultimo riguardo si stanno raggiungendo alcuni principi di carattere uniforme: ad esempio, è comunemente venuta meno l'idea del fallimento come procedimento sanzionatorio nei confronti di un imprenditore "non meritevole" e si è, di contro, fatta strada l'opportunità di incentivare, ove possibile, la continuazione dell'attività aziendale.   II. Il diritto comunitario Il Regolamento del Consiglio dell'Unione Europea n. 1346/2000, pubblicato in G.U.C.E. 30 giugno 2002, come successivamente modificato, costituisce il quadro legislativo per le procedure di insolvenza in ambito comunitario. La finalità di tale Regolamento viene indicata nelle sue premesse: "le attività delle imprese presentano in maniera crescente implicazioni transfrontaliere e dipendono pertanto sempre più da norme di diritto comunitario. Poiché anche l'insolvenza di tali imprese incide sul corretto funzionamento del mercato interno, vi è necessità di un atto comunitario che imponga di coordinare i provvedimenti da prendere in merito al patrimonio del debitore insolvente"[3]. Peraltro, sempre secondo lo stesso Regolamento "è necessario, per un buon funzionamento del mercato interno, dissuadere le parti dal trasferire i beni o i procedimenti giudiziari da uno Stato ad un altro al fine di ottenere una migliore situazione giuridica ('forum shopping')". A norma dell'articolo 1 del [continua..]

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